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martedì, giugno 03, 2008

Le feste nei paesi arabi


Le feste nei paesi arabi

 


di Francesca Della Puppa

Nei paesi arabi, come in Italia, ci sono sia feste civili sia feste religiose, queste ultime legate alla religione musulmana.
La parola araba “aid” che indica il giorno di festa, deriva dal verbo “ada” che significa ritornare, quindi “aid” significa letteralmente ritorno, abitudine, tradizione.

Feste civili
Marocco
Tunisia
Egitto
Feste religiose






















Feste civili

Marocco

La principale festa civile in Marocco si celebra il 3 marzo e si chiama “Festa della Corona”. Questa festa corrisponde sia al giorno in cui è stato incoronato il re Hassan II, sia alla data dell’indipendenza del Marocco dalla Francia (2 marzo 1956). Durante questa festa il re Hassan esce a cavallo tutto vestito di bianco e vengono fatti dei caroselli e delle fantasie a cavallo soprattutto da cavalieri di origine berbera, che si distinguono in questo tipo di arte. Vengono anche organizzati balli e processioni. Sulla parola processione vale la pena di soffermarsi: in Marocco infatti sono molto diffusi i “moussem” ovvero pellegrinaggi alla tomba di uomini pii divenuti celebri per la santità della loro vita. Meta della processione è la “koubba” (mausoleo) e il celebrare questo tipo di pellegrinaggio diventa motivo per organizzare una giornata intera di festa e di folclore.

Altra data importante per i marocchini è quella del compleanno del re, giornata in cui si celebra anche la “Festa della Gioventù”. In questa occasione vengono organizzati tornei, sfilate, mostre ed esposizioni, utilizzando anche le scuole.

Per continuare il discorso sulle feste civili bisogna ricordare che l’economia del Marocco si basa ancora molto sull’agricoltura e, quindi, il cambiamento di stagione e le fasi e i periodi legati alle colture dei campi influenzano molto la vita dei marocchini. Per questo motivo si trovano feste minori, disseminate durante l’anno, che segnano questi ritmi stagionali e diventano un momento di celebrazione per il buon raccolto e i buoni risultati ottenuti col proprio lavoro. Queste feste non hanno delle date fisse, ma si sa che si tengono in alcuni mesi particolari e, a seconda delle regioni o delle zone, vengono celebrate in giorni diversi; le più diffuse sono in giugno la “Festa delle Ciliegie”, in ottobre la “Festa dei Datteri” e la “Festa del Montone”.

Altra manifestazione importante da ricordare è il “Festival Nazionale del Folclore” che si tiene a Marrakech. Questo festival è stato voluto dal governo per mantenere vive tutte quelle tradizioni importanti, legate anche alle feste, tra cui le famose fantasie a cavallo, i canti e le danze popolari.

Infine il primo gennaio c’è la festa dell’anno nuovo: in ogni famiglia viene preparato lo “herbel”, chicchi di grano pestati e messi nel latte; questo cibo simboleggia un augurio di abbondanza per l’anno nuovo.

 




















































Tunisia

Le feste civili in Tunisia sono numerose e distribuite in tutto l’arco dell’anno. Vogliamo ricordare in particolare il 20 marzo la “festa dell’indipendenza” e il 25 luglio “la festa della repubblica”. Numerosi sono anche i festival, anch’essi distribuiti in tutti i mesi dell’anno e spesso in corrispondenza a prodotti stagionali come il festival dei fiori e degli aranci in aprile oppure quello dei datteri in novembre.

 




























Egitto

Le feste civili in Egitto sono anch’esse legate ad avvenimenti politici determinanti come per esempio il 23 dicembre “festa della vittoria”. Il 18 giugno si festeggia invece la Repubblica.
Per quanto la maggior parte degli egiziani appartenga alla religione islamica, c’è una festività legata ad una data copta ma che trae origine dall’epoca dei faraoni: la festa di primavera, celebrata in tutto il Paese il lunedì della Pasqua copta. La tradizione vuole che si regali un fiore di loto alla donna amata.

 






























Feste religiose

Per entrare nel campo delle feste religiose è necessario spendere due parole sul calendario musulmano. I musulmani per numerare gli anni usano partire dalla data dell’Égira, cioè del giorno in cui Maometto fu costretto ad abbandonare la sua città, la Mecca, e a rifugiarsi a Medina. Questo avvenne il 16 luglio del 622 dopo Cristo e il motivo della fuga fu il fatto che Maometto, per le sue predicazioni, cominciava ad essere malvisto dai nobili potenti della Mecca.
I musulmani, inoltre, si basano su un calendario lunare e non solare: i mesi lunari sono di ventinove o trenta giorni e perciò un anno lunare dura 354 giorni; dunque i loro mesi non corrispondono quasi mai ai nostri. Per spostarsi da un calendario all’altro è necessario fare un’operazione matematica: la data dell’anno solare si ottiene dalla data dell’anno lunare per 0.97 (rapporto fra l’anno lunare e quello solare) più 622.
Perché abbiamo fatto questa lunga digressione sul calendario? Perché così possiamo capire un po’ meglio come mai le date delle feste musulmane possano cambiare di anno in anno; se vogliamo è un po’ quello che succede per la religione cattolica per quanto riguarda la festa di Pasqua.

Ora vediamo dunque quali sono le maggiori feste musulmane:

- nel mese di “muharram” (primo mese dell’anno lunare) nel decimo giorno si festeggia la “asura” o “achoura” che è l’inizio dell’anno musulmano;
- nel mese di “rabi`a al-awwal” (terzo mese) nel dodicesimo giorno si festeggia il “mawlid an-nabi” che è l’anniversario del profeta Maometto; in questa festa sono protagonisti i bambini che vanno di casa in casa; si ricevono i regali, si scoppiano petardi e si mangia frutta secca e dolci tradizionali;
- alla fine del mese di “ramadan” (nono mese) e il primo giorno del mese successivo, che è “shawwal”, si festeggia la “aid al-saghir”; è il primo giorno della fine del digiuno di Ramadan: il digiuno è uno dei cinque pilastri della religione islamica. Durante tutto il mese di Ramadan i musulmani, dal sorgere del sole fino al tramonto sono tenuti ad astenersi dal mangiare, dal bere e dal fumare e si recano in moschea più spesso, soprattutto per le preghiere di mezzogiorno e del pomeriggio. Dopo il tramonto si ritrovano tutti in famiglia attorno alla tavola e fanno un po’ di festa: solitamente mangiano la “harira”, una minestra fatta con acqua, ceci, lenticchie, sedano, prezzemolo, farina e pomodoro. Nel giorno di festa della fine di Ramadan tutti indossano vestiti nuovi, si scambiano dolciumi e si fanno gli auguri. Le scuole restano chiuse per tre giorni;
- nel mese di “dhu-l-higga” (dodicesimo mese) nel decimo giorno si festeggia la “aid al-kabir”. Il nome del mese di questa festa significa “quello del pellegrinaggio”: il pellegrinaggio è un altro dei cinque pilastri della religione islamica. Nella vita di un adulto musulmano è fondamentale che almeno una volta egli si rechi in pellegrinaggio alla città sacra della Mecca, quindi questo è il mese dedicato a chi vuole compiere tale atto religioso. La festa “aid al-kabir” (letteralmente “la Grande Festa”) ha come origine il ricordo del miracolo compiuto da Allah quando sostituì un montone al figlio che Abramo stava per offrirgli in sacrificio. La festa, quindi, prevede il sacrificio di un montone, un pezzo del quale verrà dato ai poveri. A Rabat il re compie questa cerimonia in pubblico. Tutti i musulmani indossano la “gallaba”, calzano le babbucce nuove e portano con loro il tappeto per la preghiera. Si ritrovano tutti insieme in un luogo di preghiera pubblico, solitamente fuori delle mura della città, che si chiama “m’qalla”, che per l’occasione viene addobbata con nastri. I bambini per questa festa restano a casa da scuola per tre giorni.











































































































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