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sabato, aprile 26, 2008


quelli di bagheria

Posted by natashalardera



“Sono nato il 4 luglio del 1943, a Bagheria,” con queste parole si apre e si chiude il documentario del fotografo siciliano Ferdinando Scianna intitolato Quelli di Bagheria. “Vogliamo che si conosca una Bagheria diversa,” ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Biagio Sciortino, “Non vogliamo promuovere solo il turismo ed il prodotto gastronomico ma specialmente quello culturale. Bagheria ha lanciato nel mondo diversi artisti internazionali: dall’artista Guttuso al regista Tornatore, dal fotografo Scianna al poeta Buttitta. Ci sono anche molti altri artisti, come la famiglia Ducato, masters della pittura sui carretti dal 1895.”

Tutti questi personaggi interessanti sono catturati dalla lente di Scianna nel suo film fatto di 180 foto in bianco e nero, foto che si sviluppano in una specie di lungo percorso fatto di immagini fisse e testi, aneddoti narrati da Scianna, con un forte accento siciliano, in prima persona. Le sue sono storie tipicamente Siciliane; si parla di uomini che la domenica si mettevano la camicia bianca e si incontravano in piazza a parlare, dove il mese di agosto il paese intero scendeva in strada a fare l’estratto di pomodoro, dove le bambine andavano ad imparare cucito dalla mastra, la sarta del paese, dove giocattoli in giro non ce n’erano e ci si arrangiava con le noci, chi aveva la piu’ dura batteva gli altri...Le sue parole incantano come in una favola, ci portano indietro nel tempo in una realta’ che non potremo mai conoscere direttamente. Con successo Scianna riesce a far parlare alla fotografia un linguaggio cinematografico e a raccontare la sua storia in una maniera diversa dal solito. Il film e’ stato montato in collaborazione con Paolo Jannuzzi, regista svizzero amico di Scianna ed e’ tratto da un libro che il fotografo ha in precedenza pubblicato. “Se uno guarda il libro,” ha dichiarato Scianna in passato, “e’ solo un dialogo con me stesso...il film invece ti impone il suo tempo e ha una certa diversa maniera di giostrare la gestione delle emozioni.”

“Il tono con cui Scianna parla e’ malinconico,” spiega Sciortino, “e i visi che ritrae sono i visi nostri, della cultura nostra. Questo e’ il nostro biglietto da visita.”




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