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sabato, aprile 26, 2008

hollywood italians


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Posted by natashalardera


Per chi ama sia il leggere che il cinema, abbiamo deciso di presentare il libro del professore dell’Indiana University, Peter Bondanella, intitolato “Hollywood Italians: Dagos, Palookas, Romeos, Wise Guys and Sopranos.” Il professor Bondanella e’ autore di diversi libri di cinema che nel passato gli hanno procurato numerosi premi e riconoscimenti. Nonostante il cognome italiano, Bondanella e’ di origini scozzesi, pero’ questo non gli ha impedito di interessarsi all’arte e alla cultura italiana, per poi focalizzarsi sul cinema italiano. Appassionato di Fellini e di Rossellini, Bondanella si e’ dedicato a studi sui famosi registi e ha poi creato un’opera globale sul cinema italiano intitolata “Italian Cinema: from Neo-realism to the Present,” che viene usata come libro di testo in diverse universita’. Il volume parla proprio di tutti, dai registi piu’ classici, quale Bernardo Bertolucci, a quelli piu’ moderni, quale Gabriele Salvatores. “Il motivo per cui mi piace il cinema italiano e’ perche’ e’ costituito da bei film,” ha affermato l’autore. Ha poi proseguito a spiegare che dopo essersi dedicato al cinema italiano non poteva che analizzare il cinema Americano e la sua posizione rispetto agli italiani. “Bisogna chiarire che gli Hollywood Italians non sono gli Italiani ne’ gli Italo-Americani, ma sono il frutto della macchina dei sogni Hollywoodiana, sono dei surrogati, solo dei personaggi riflessi sul grande schermo. Per questo motivo, cioe’ perche’ non rappresentano la realta’, questi personaggi sono esagerati e molto piu’ etnici dei veri Italo-Americani.” Il sottotitolo del libro rende piu’ che ovvio che alcune delle immagini discusse nel suo contesto siano infatti molto etniche e ricche di stereotipi, ma il professore continua il suo discorso spiegando che lui ha affrontato questo argomento sotto un punto di vista differente, cioe’ che gli americani sono innamorati della cultura italiana, che nel cinema molti stereotipi sono solo un’ apparenza ( in “Mio Cugino Vincenzo” Joe Pesci e’’ un Italo-Americano un po’ tamarro e ignorante ma questa e’ un’apparenza, in realta’ e’ molto intelligente e riesce a risolvere un caso legale) e che molti dei film che ritraggono I poveri immigrati italiani di inizio secolo non li criticano, ma anzi hanno un tono molto simpatetico e ben disposto. “Ormai tutti gli Americani hanno una villa in Toscana e si riesce a trovare una bottiglia di aceto balsamico persino in Iowa,” aggiunge. La pensano diversamente altri intellettuali ed esperti di cinema, quali Ben Lawton, preside della facolta’ di cinema della Purdue University, che, in un articolo del Corriere della Sera, ha dichiarato, “Nell’America politicamente corretta di oggi tutti gli altri gruppi etnici sono riusciti a sensibilizzare i media. L’unica eccezione sono gli italo-americani.” La dichiarazione del professore va vista nel contesto della polemica sul film quali “Shark Tale” in cui uno dei pescecani protagonisti, don Lino, doppiato da Robert de Niro, e’ un mafioso che vuole essere il padrino del mondo del mare. Bondanella fa solo un breve accenno al film, il suo libro non e’ stato scritto per creare polemiche ma e’ solo una raccolta di film. Il libro e’ diviso in diverse categorie dove i film non sono stati organizzati in ordine cronologico ne’ storico, ma per genere. Si parte dal capitolo sui Dagos, il cui significato letterale e’ “soprannome dispregiativo dato alle persone di origine italiana,” che si concentra su storie di immigrazione negli Stati Uniti e sulla lotta di sopravvivere nella societa’ Americana, per poi passare al capitolo sui Palookas, termine coniato dall’editor di Variety magazine, Jack Conway per definire i campioni di pugilato italiani di origine proletaria. Segue quindi il capitolo dei Romeos, ovvero il Latin Lover, l’uomo seduttore italiano personificato dall’amante per eccellenza, Rodolfo Valentino, ed il sex symbol, Tony Manero (protagonista de “La Febbre del Sabato Sera” ed interpretato da John Travolta), quello sui Wise Guys, i gangster e Mafiosi vari, quello sui Comic Wise Guys, ovvero le parodie e le prese in giro sui gangsters, per poi finire con un capitolo sui Sopranos. Un momento pero’, ma I Sopranos e’ una serie televisiva mica un’opera cinematografica. Bondanella, quindi, ci tiene a spiegarci il perche’ dell’inclusione della famosa famiglia del New Jersey nel suo libro. “I Sopranos non ha solo cambiato la faccia della televisione Americana, ma ha fatto di piu’ per popolarizzare la visione Hollywoodiana degli Italo-Americani di ogni altro film uscito dopo la trilogia de Il Padrino,” spiega l’autore, “ Il produttore della serie, David Chase, gira gli episodi su pellicola no su video, e ogni episodio viene scritto e girato come se fosse un film, con registi diversi e tempi differenti.” Ma come si spiega il successo della serie? “Onestamente, se I Sopranos raccontasse la storia di una famiglia di cantanti d’opera quanti spettatori avrebbe?” ci chiede il professore, per poi iniziare a parlare del tema della famiglia, un tema molto caro alla cultura italiana. Qui il termine famiglia ha un doppio significato e si riferisce a quel gruppo di persone formato da genitori, figli, cugini e parenti vari, ma anche ad un altro tipo di famiglia, quello che riunisce malviventi e Mafiosi. Cosi’ l’autore usa le parole di Tony Soprano stesso mentre sta parlando con la sua terapista, la Dottoressa Melfi, nello spiegare la sua teoria sull’immigrazione italiana e le sue conseguenze, “Quando l’America ha aperto le sarcinesche per lasciare entrare noi Italiani, perche’ pensi che lo abbia fatto, per salvarci dalla poverta’? No, lo hanno fatto perche’ avevano bisogno di noi, avevano bisogno di qualcuno che costruisse le loro citta’ e scavassero la loro metropolitana, e che li rendessero ricchi…ma alcuni di noi non si accontentavano di svolazzare attorno al loro nido d’api e perdere la nostra personalita’, volevamo rimanere italiani e preservare tutto quello che per noi aveva un significato – l’onore, la famiglia, e la lealta’. E alcuni di noi volevano un po’ d’azione. Non avevamo l’educazione degli Americani, ma avevamo il coraggio di prendere quello che volevamo.” Il libro di Bondanella non ha come scopo quello di giustificare certi stereotipi o di sbandierare teorie, ma di presentare una raccolta completa di film, alcuni belli alcuni un po’ meno, che nel corso di cento anni celebrano la cultura Italiana. C’e’ di tutto, le trame e impressioni su capolavori quali La Rosa Tatuata, di film piu’ commerciali come Gangs di New York, a film decisamente impensabili quali Jungle Fever di Spike Lee. Questo e’ un libro per gli appassionati di cinema non per i polemici in cerca di discussione.




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