fashionably speaking
“Scrivere un libro è difficile, ma scrivere un dizionario lo è ancora di più.” Con queste parole ha presentato la versione inglese del Dizionario della Moda redatto da Guido Vergani, il presidente della Baldini Calstoldi Dalai Editore, Alessandro Dalai alla Rizzoli di Manhattan. “Finalemente dopo anni, la prima versione italiana è del 1990, abbiamo realizzato il sogno di avere quella in inglese,” ha concluso Dalai.
Le voci sono più di 4.500 ed invece sono un centinaio gli addetti ai lavori del “fashion world” (storici della moda, scrittori, e giornalisti) che hanno contribuito alla creazione di questo gioiellino di centinaia e centinaia di pagine. “Questo è uno strumento prezioso,” ha ggiunto Michael Macko il fashion director del reparto moda uomo di Sak’s Fifth Avenue, “oggetto di liti tra persone che se lo contendono…è uno strumento essenziale non solo per i fashion editors o per chi lavora strettamente nel mondo della moda, ma anche per i giornalisti o scrittori, e persino gli studenti, che hanno bisogno di un forte punto di riferimento. ”
“Proprio un paio di giorni fa, ci ha contattato un giornalista in cerca di una spiegazione sulla differenza tra due termini simili,” ha aggiunto Dalai.
Presente accanto a Dalai e Macko, il direttore dell’Italian Trade Commission di New York, Aniello Musella, che non dubita neanche per un istante il valore di questo dizionario. “E’ il nostro compito quello di promuovere le ricchezze della cultura italiana, e la moda ne è un ingrediente fondamentale,” ha dichiarato ad un folla, dentro alla Rizzoli anche un piccolo gruppo di persone può sembrare una folla, di amanti della moda e del buon vino (per quelli più interessati al buffet, che per carità…ci sono sempre).
La sorpresa è stata comunque la forte presenza di un pubblico Americano, il più attento, quando di solito questi eventi tendono a promuovere la cultura italiana solo agli italiani. Motivo di questo successo il tema della moda che è particolarmente apprezzato.
Non sono tanti i $49.50 richiesti per questo volume elegante e, nonostante la quantità di pagine, facile da consultare e da maneggiare. Il Dizionario copre tutto il Novecento ed il nuovo millennio in tutto il mondo, non si focalizza solo sull’Italia. Scritto in un linguaggio giornalistico e non noiosamente enciclopedico, include veramente tutto (compreso Macy’s) e non solo i grandi stilisti, ma anche tutti i personaggi minori (da Armani a Madame Margè stilista Americana degli anni 30 conosciuta come Marguerite). “Nel Dizionario,” spiega Dalai, “non ci sono fotografie, perchè sono un’ inutile distrazione. Non vogliamo che queste immagini tolgano spazio ai preziosi contenuti. Pensiamo quindi, in un prossimo futuro, di creare un volume separato, dove verrano raccolte solo fotografie.” Infatti, questa versione ha delle eleganti illustrazioni in bianco e nero che si mimetizzano a perfezione tra le varie entrate, senza togliere così significato alle parole…ma alla fine la moda è sopratutto immagine, no?
“Scrivere un libro è difficile, ma scrivere un dizionario lo è ancora di più.” Con queste parole ha presentato la versione inglese del Dizionario della Moda redatto da Guido Vergani, il presidente della Baldini Calstoldi Dalai Editore, Alessandro Dalai alla Rizzoli di Manhattan. “Finalemente dopo anni, la prima versione italiana è del 1990, abbiamo realizzato il sogno di avere quella in inglese,” ha concluso Dalai.
Le voci sono più di 4.500 ed invece sono un centinaio gli addetti ai lavori del “fashion world” (storici della moda, scrittori, e giornalisti) che hanno contribuito alla creazione di questo gioiellino di centinaia e centinaia di pagine. “Questo è uno strumento prezioso,” ha ggiunto Michael Macko il fashion director del reparto moda uomo di Sak’s Fifth Avenue, “oggetto di liti tra persone che se lo contendono…è uno strumento essenziale non solo per i fashion editors o per chi lavora strettamente nel mondo della moda, ma anche per i giornalisti o scrittori, e persino gli studenti, che hanno bisogno di un forte punto di riferimento. ”
“Proprio un paio di giorni fa, ci ha contattato un giornalista in cerca di una spiegazione sulla differenza tra due termini simili,” ha aggiunto Dalai.
Presente accanto a Dalai e Macko, il direttore dell’Italian Trade Commission di New York, Aniello Musella, che non dubita neanche per un istante il valore di questo dizionario. “E’ il nostro compito quello di promuovere le ricchezze della cultura italiana, e la moda ne è un ingrediente fondamentale,” ha dichiarato ad un folla, dentro alla Rizzoli anche un piccolo gruppo di persone può sembrare una folla, di amanti della moda e del buon vino (per quelli più interessati al buffet, che per carità…ci sono sempre).
La sorpresa è stata comunque la forte presenza di un pubblico Americano, il più attento, quando di solito questi eventi tendono a promuovere la cultura italiana solo agli italiani. Motivo di questo successo il tema della moda che è particolarmente apprezzato.
Non sono tanti i $49.50 richiesti per questo volume elegante e, nonostante la quantità di pagine, facile da consultare e da maneggiare. Il Dizionario copre tutto il Novecento ed il nuovo millennio in tutto il mondo, non si focalizza solo sull’Italia. Scritto in un linguaggio giornalistico e non noiosamente enciclopedico, include veramente tutto (compreso Macy’s) e non solo i grandi stilisti, ma anche tutti i personaggi minori (da Armani a Madame Margè stilista Americana degli anni 30 conosciuta come Marguerite). “Nel Dizionario,” spiega Dalai, “non ci sono fotografie, perchè sono un’ inutile distrazione. Non vogliamo che queste immagini tolgano spazio ai preziosi contenuti. Pensiamo quindi, in un prossimo futuro, di creare un volume separato, dove verrano raccolte solo fotografie.” Infatti, questa versione ha delle eleganti illustrazioni in bianco e nero che si mimetizzano a perfezione tra le varie entrate, senza togliere così significato alle parole…ma alla fine la moda è sopratutto immagine, no?
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