




canzoni italiane
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مدونتي خدمه مني لاخواني في الدول العربيه الباحثين عن مواد علميه ايطاليه او يريدون تعلم اللغه
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i proverbi
Care lettrici e cari lettori di intercultura Blog,
oggi parleremo dei proverbi. Chi di voi non conosce un proverbio
e lo ha utilizzato, magari per concludere un discorso ?
I proverbi rappresentano una saggezza popolare indiscussa
tramandata da generazione a generazione.
I proverbi popolari sono spesso anonimi.
A volte sembra si contraddicano,
come per esempio "Chi fa da sé, fa per tre" e "L’unione fa la forza",
ma se contestualizzati hanno il loro senso.
In Germania, terra di grande tradizione di proverbi,
vengono definiti "Sprichwort", "parola che parla",
cioè che non ha bisogno di nessuna ulteriore spiegazione.
Il proverbio è spesso un ottimo modo
per troncare o iniziare una chiacchierata o discussione.
Al fine dell’apprendimento della lingua seconda
o straniera, i proverbi risultano essere molto
utili poiché possono essere
utilizzati all’inizio di un’unità didattica
o per concludere la stessa "lezione".
In questo modo, oltre a imparare nuovi vocaboli,
la classe viene a contatto con la cultura della lingua
che si studia, direttamente dalla fonte popolare del proverbio.
Sarà dunque opportuno selezionare proverbi di sicura
provenienza e di un livello consono alla classe.
Ecco una breve selezione di alcuni proverbi.
Buon lavoro e che la saggezza dei proverbi sia sempre con noi!
Prof. Valerio Giacalone
"Can che abbaia non morde", cioè "chi minaccia non è pericoloso"
"Una rondine non fa primavera" "Non è tutto oro quello che luccica",
"i vantaggi non sono subito evidenti"
"Chi non risica, non rosica", cioè "senza rischi e impegni, non si ottengono risultati"
"Chi la fa, l’aspetti" "la persona che fa un torto non si deve lamentare se poi lo subisce"
"Ciò che semini, raccogli" "bisogna impegnarsi per ottenere risultati"
"A caval donato non si guarda in bocca" "non si giudicano i regali"
"Chi rompe paga e i cocci sono suoi" "chi fa un danno,
lo risarcisce e si tiene l’oggetto danneggiato"
"Chi si accontenta, gode" "bisogna avere obbiettivi modesti"
"Le bugie hanno le gambe corte" "è facile scoprire una bugia"
"Non sputare sul piatto dove mangi"
"non bisogna disprezzare ciò che si usa"
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio"
"le persone cattive alla fine non cambiano"
"Uomo avvisato, mezzo salvato"
"se si capisce un consiglio, si evita un problema"
"Chi si loda si imbroda" "non bisogna vantarsi"
Ora rispondi alle seguenti domande
Oggi parliamo del tempo “imperfetto” del modo “indicativo”. È un tempo che si usa per indicare un’azione che è collocata nel passato e considerata nella sua durata, nel suo svolgimento e quindi non ancora conclusa: mentre studiavo, Giorgio mi ha telefonato.
L’imperfetto si usa inoltre:
per esprimere un’azione che si ripeteva abitualmente nel passato: tutti i giorni prendevo l’autobus alle 8.00;
nelle descrizioni: c’era un sole splendido e il mare era tranquillo;
Dopo aver spiegato agli studenti della mia classe la forma e gli usi del tempo “imperfetto”, ho chiesto loro di scrivere un tema usando questo tempo verbale. Trascrivo di seguito (senza correggere gli errori che sono presenti) quello di un alunno ucraino arrivato in Italia a ottobre 2008. Il titolo assegnato era:
“Immagina di essere un elemento della natura. Descrivi ciò che vedi e che senti. Usa il tempo imperfetto”.
In una foresta verde, piena di fiori, uccelli, piante e alberi possenti, c’era un’armonia tranquilla. E poi ho cominciato a parlare. Ero una pigna, una piccola e insignificante pigna tra le tante. Non sapevo quando sarei caduta giù. E questo mi faceva vivere ogni giorno come l’ultimo. Mi piaceva il canto degli uccelli, il soffio del vento, gli animali che vivevano con me. C’erano dei giorni in cui mi sentivo da sola e sentivo tutto il mondo dentro di me. Mi piaceva quando ogni tanto qualche famiglia veniva a sedersi sotto il mio albero. Guardavo con attenzione che cosa facevano e notavo ogni dettaglio: i sorrisi, i movimenti, i baci. Erano felici. Li chiamano sentimenti ma ero una pigna e non capivo, non provavo queste cose. Ero così molto triste, perché anche io volevo provare quei sentimenti, volevo essere amata.
“Ma che cosa mi sta succedendo? Sono così leggera. È arrivato il mio momento, sto cadendo”. Dopo qualche secondo, ho sentito che qualcuno si stava avvicinando. La terra mi sembrava fredda e umida ma, dopo che mi ha raccolto un ragazzo, mi sono sentita ancora leggera. Lui mi ha detto:”Che bella!”. Non mi interessava che cosa significavano quelle parole, ma erano bellissime prima della morte.
Indica correttamente se le seguenti frasi sono giuste o sbagliate