giovedì, settembre 22, 2011

SMS per apprendere la lingua italiana


È recente la notizia di un corso di lingua Italiana attraverso messaggi sul telefonino. A molti ha suscitato stupore e in alcuni ambiti accademici ha suscitato una certa indignazione. A mio parere, questa idea deve essere intesa come stimolo, per lo studente o lavoratore immigrato che voglia migliorare il suo livello di conoscenza della lingua. Tra le diverse abilità linguistiche quella che maggiormente si potrà stimolare sarà sicuramente la comprensione scritta. Ma in un secondo momento si potrebbero aggiungere anche esercizi per la comprensione di video e dunque allargare gli stimoli.

È giusto che la didattica si modernizzi e prenda spunto da nuove tecnologie, quali appunto quella degli sms sul telefonino e del computer. Queste devono ammiccare sia allo studente che all’insegnante. L’insegnante dovrebbe, a parer mio, prendere spunto da esse, senza per questo perdere di vista didattiche tradizionali.

Se, durante una attesa alle poste o alla fermata dell’ Autobus, l’alunno può essere raggiunto da un SMS con domande a risposta multipla e se poi spinto dal desiderio di approfondire la materia si va a sfogliare una grammatica, non possiamo non vedere l’ idea come positiva.
Invece, se nella didattica degli SMS vi è il desiderio di sostituire i corsi normali, allora è un’idea perdente in partenza.

Cari colleghi, in attesa di successivi sviluppi, vi invito caldamente a esprimere la vostra idea a riguardo.

Buon blog

Prof. Valerio Giacalone

Consigli per studenti


Ciao, come stai?

Devi sapere che studiare una lingua straniera è tra le attività più difficili e impegnative che ci siano. Sono impegnati tutti e due gli emisferi (parti del cervello): sia quello destro che quello sinistro.

L’apprendimento della lingua materna ha a che fare con il nostro “io” più intimo, più profondo. Da piccoli iniziamo a conoscere la realtà soprattutto attraverso il linguaggio. Da grandi, lo studio di un’altra lingua richiama energie e situazioni di quando eravamo bambini. Da adulti (cioè grandi di età) è sicuramente più difficile imparare una lingua straniera, perché si è meno elastici e meno abituati allo studio. Più giovani si è più facilmente si imparano le lingue.

Dunque non devi avere paura se trovi difficoltà a memorizzare o a parlare una lingua diversa dalla tua. Ci sono però alcune cose che puoi fare per facilitare il tuo studio:

  • La gradualità: vai per gradi. Affronta gli argomenti sempre seguendo un percorso diciamo “naturale”. Il futuro, per esempio, andrà affrontato dopo l’indicativo presente e il congiuntivo dopo il futuro semplice.
  • L’interesse: ciò che interessa è più facile da memorizzare. Cerca tra i materiali e le attività quelli che maggiormente ti interessano, per esempio lettura di biografie di personaggi da te amati o ammirati. Se ti piacciono argomenti come la cucina o la natura, scegli ciò che ti interessa, perché non ti annoierà e sarai motivato a capire.
  • La praticità: si apprende meglio ciò che è pratico, utile e reale. Un dialogo letto su un libro e un dialogo reale tra persone sono molto diversi tra loro come emozione che portano con sé. Dunque hanno della maggiore o minore facilità di essere memorizzati.
    Guarda film italiani in lingua originale. Ascolta musica. Parla il più possibile con italiani. Non chiuderti in gruppi di soli stranieri: è divertente, ma non utile per le tue conoscenze linguistiche.
  • La costanza: un po’ tutti i giorni è meglio che molto ogni tanto. La costanza è fondamentale per l’apprendimento delle lingue straniere. Dieci minuti ogni giorno per non dimenticare. Le lingue sono un po’ come lo sport: per avere successo bisogna allenarsi con continuità. Così rinforzi la memoria. Se rivedi un argomento entro 24 ore, attivi la memoria a lungo termine piuttosto che quella a breve.
  • L’ottimismo: devi essere ottimista, fiducioso. L’ottimismo non costa niente e non è stato ancora tassato…,
    Un atteggiamento vincente è di grande aiuto per lo studio delle lingue straniere.
  • La musica: le canzoni sono un grande aiuto per l’apprendimento della lingua. Se scegli le canzoni con le frequenze simili al battito cardiaco (cioè del cuore) l’apprendimento è facilitato perché reso più naturale.
  • La vista: ciò che si vede si memorizza più facilmente. Cerca di fare schemi visivi, magari colorati, per comprendere meglio e memorizzare anche attraverso la memoria visiva.
  • Il materiale: cerca di utilizzare sempre materiale stimolante e vero.

Buon Blog

Prof. Valerio Giacalone

Esercizio: come si impara una lingua

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

  • 1. Si apprende meglio una lingua straniera se si studia ogni tanto ma per molto tempo

    • vero

    • falso
  • 2. La musica e le canzoni possono essere d’aiuto per l’apprendimento della lingua straniera

    • vero

    • falso
  • 3. Si memorizza più difficilmente ciò che interessa

    • vero

    • falso
  • 4. E’ meglio se si studia per gradi cioè da argomenti più facili ad argomenti più difficili

    • vero

    • falso
  • 5. Più si è grandi meglio si impara una lingua

    • vero

    • falso
  • 6. Per imparare l’italiano, è meglio se stai con stranieri e non con italiani

    • vero

    • falso

La salute


Buongiorno a te! Oggi, su Intercultura blog, trovi un articolo che riguarda la salute, lo star bene. Trovi, oltre a qualche consiglio, anche vocaboli nuovi!
Si sa: la salute è il bene più prezioso e si apprezza soprattutto quando si è malati. La prevenzione è la miglior medicina. Ci sono alcune facili regole che puoi seguire per rimanere in buona salute.

1) Mangia sano, molta frutta e verdura e diminuisci il consumo della carne.

2) Cerca di dormire almeno 7/8 ore a notte. Il sonno nelle ore notturne, cioè durante la notte, ha una maggiore qualità.

3) Pratica con costanza, cioè regolarmente, uno sport o fai del movimento (almeno 3 volte alla settimana). Ricorda che lo sport deve essere adatto al tuo fisico e alla tua età.

4) Pensa positivo. Recenti ricerche hanno dimostrato che gli ottimisti vivono più a lungo e meglio, poichè il corpo è influenzato dal nostro modo di pensare.

5) Evita, se possibile, luoghi inquinati. Usa solo se necessario la macchina: farai un regalo a te stesso e all’ambiente.

6) Non fumare: oltre a farti del bene risparmi anche soldi

7) Non bere troppo alcool, anche se un bicchiere di vino durante i pasti fa bene alla salute.

8 ) Mantieni il peso sotto controllo. Il corpo è lo specchio delle nostre abitudini. Il corpo ti parla, ascoltalo!

9) Mangia regolarmente e mastica lentamente. La digestione inizia in bocca.

10) Evita di prendere medicine, se non sono necessarie: non abusarne mai.

11) Vivi il presente. Se pensi solo al futuro senza concentrarti nel presente inizia lo stress: la malattia dei tempi moderni.

12) Sii graduale in ciò che fai, non avere fretta. Come dice un proverbio, “la fretta è una cattiva consigliera”.

13) Prevenire è meglio che curare: impara ad ascoltare il tuo corpo.

14) Studia italiano: fa bene alla salute !

Prof. Valerio Giacalone

Ora indica correttamente se le seguenti frasi sono vere o false

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

  • 1. Mangiare poca carne fa bene alla salute

    • vero

    • falso
  • 2. Per la tua salute meno dormi, meglio è

    • vero

    • falso
  • 3. Essere ottimisti aiuta a vivere meglio

    • vero

    • falso
  • 4. Un bicchiere di vino a pasto fa male

    • vero

    • falso
  • 5. Usare la macchina fa bene all’ambiente

    • vero

    • falso
  • 6. Lo sport si può fare ad ogni età, ma deve essere adatto alle proprie caratteristiche fisiche

    • vero

    • falso
  • 7. Fumare è salutare ed è conveniente

    • vero

    • falso
  • 8. Lo stress fa stare bene

    • vero

    • falso
  • 9. Bisogna prendere farmaci anche quando non c’è bisogno

    • vero

    • falso
  • 10. Bisogna masticare lentamente

    • vero

    • falso

L’abuso del verbo fare


La lingua italiana, nell’uso orale, si impoverisce sempre di più. Nel parlato, spesso e volentieri, si usa un numero limitato e ristretto di vocaboli. Il verbo fare è uno di quei verbi che si usano più del dovuto, perché facili da usare e da ricordare. Lo si preferisce al posto del verbo che sarebbe più adatto e corretto. Alcuni verbi sono una specie di jolly, cioè riescono ad andar bene ovunque. Il rischio è però di impoverire il proprio vocabolario.
Ecco l’elenco di espressioni comuni dove il verbo fare “la fa da padrone”, ma dove sarebbe più corretto usare un altro verbo.
Ricorda: la lingua è bella perché varia!

Buon Intercultura Blog e apresto

Prof. Valerio Giacalone

Di seguito trovi delle frasi con il verbo fare seguite dalla stessa frase, ma con il verbo più adatto

Lucia fa la terza elementare
Lucia frequenta la terza elementare (frequentare)

Il preside ha fatto un discorso
Il preside ha pronunciato/ tenuto un discorso (pronunciare/ tenere)

Mario ha fatto dei debiti
Mario ha contratto dei debiti (contrarre)

Mi accorgo di aver fatto un grosso sbaglio
Mi accorgo di aver commesso un grosso sbaglio (commettere)

Bravo, hai fatto una buona azione
Bravo, hai compiuto una buona azione (compiere)

Luca ha fatto ricorso alle autorità competenti
Luca ha presentato ricorso alle autorità competenti (presentare)

La polizia ha fatto molte domande al testimone
La polizia ha rivolto molte domande al testimone (rivolgere)

La squadra di pallavolo ha fatto una bella partita
La squadra di pallavolo ha giocato una bella partita (giocare)

Faccio pattinaggio da due anni
Pratico pattinaggio da due anni (praticare)

Oggi faccio i biglietti
Oggi acquisto/compero i biglietti (acquistare/ comperare)

La professoressa ha fatto una bella lezione
La professoressa ha tenuto una bella lezione (tenere)

Mamma, ho fatto i compiti
Mamma, ho eseguito i compiti (eseguire)

Maurizio ha fatto l’esame di maturità
Maurizio ha sostenuto l’esame di maturità (sostenere)

Oggi ho fatto un telegramma
Oggi ho spedito un telegramma (spedire)

Quel cane abbandonato fa pietà
Quel cane abbandonato suscita pietà (
suscitare)

Fai attenzione a quello che dico
Presta attenzione a quello che dico (prestare)

Non ho fatto il problema
Non ho risolto il problema (risolvere)

Domani faccio un contratto
Domani stipulo un contratto (stipulare)

Per andare a scuola facciamo la stessa strada
Per andare a scuola percorriamo la stessa strada (percorrere)

Ho fatto il tema di italiano
Ho svolto il tema di italiano (svolgere)

Facciamo la cena per tutta la tua famiglia?
Prepariamo/cuciniamo la cena per tutta la tua famiglia? (preparare/ cucinare)

Inoltre il verbo fare viene usato anche in alcune frasi idiomatiche molto comuni. Le frasi idiomatiche sono quelle frasi che hanno un significato diverso dal significato letterale delle singole parole.
Ecco alcune frasi idiomatiche seguite dalla loro spiegazione:

Luca ci sa fare con la chitarra
Luca è bravo con la chitarra

Non farci caso, è sempre nervoso.
Non badarci, è sempre nervoso.

Non so dove andare a mangiare, fai tu!
Non so dove andare a mangiare, decidi tu!

Con lei non ho più niente a che fare
Con lei non ho più alcun rapporto

Non posso fare a meno di studiare l’italiano
Non posso rinunciare a studiare l’italiano

Se vuoi guadagnare devi darti da fare
Se vuoi guadagnare devi lavorare duramente

Dopo tanti sacrifici ce l’ho fatta: mi sono laureato.
Dopo tanti sacrifici ci sono riuscito: mi sono laureato.

L’hai fatta proprio grossa: hai perso le chiavi di casa!
Hai combinato un grande guaio: hai perso le chiavi di casa!

Ora svolgi l’esercizio: indica il significato corretto delle seguenti frasi con il verbo fare

Il verbo fare
Scegli una risposta: quella corretta diventerà verde.

  • 1. Fare un ricorso

    • Emanare un ricorso

    • Presentare un ricorso
  • 2. Fare nuoto

    • Non saper nuotare

    • Praticare il nuoto
  • 3. Fare una legge

    • Emanare una legge

    • Violare una legge
  • 4. Fare l’università

    • Costruire un’università

    • Frequentare l’università
  • 5. Ci sa fare con il pianoforte

    • Non sa suonare molto bene

    • E’ bravo con il pianoforte
  • 6. Fare un danno

    • Subire un danno

    • Arrecare un danno
  • 7. Fare il problema di matematica

    • Risolvere il problema di matematica

    • Sbagliare il problema di matematica
  • 8. Facciamo la stessa strada

    • Asfaltiamo la stessa strada

    • Percorriamo la stessa strada
  • 9. Fare un esame

    • Essere bocciato a un esame

    • Sostenere un esame
  • 10. Fare un discorso

    • Pronunciare un discorso

    • Ascoltare un discorso

La certificazione della lingua italiana


Buongiorno cari amiche e amici di blog.
Oggi vi propongo un’intervista a Lorenzo Rocca, professore all’Università per stranieri di Perugia e responsabile formatore CVCL (Centro Valutazione Competenza Linguistica).
Ho posto al professor Rocca alcune domande. Spero possano essere utili per capire meglio come funziona la certificazione della lingua italiana (CELI) in Italia. Un’intervista utile per tutti coloro che si interessano alla nostra bella lingua, sia come insegnanti che come studenti.
Buon Intercultura blog

Giacalone: Che cosa sono gli esami CELI?
Rocca: Gli esami CELI sono i certificati linguistici che attestano la conoscenza della lingua italiana elaborati dall’Università per stranieri di Perugia. L’attività di certificazione è un’attività istituzionale dell’Università di Perugia, che è stata la prima istituzione italiana a rilasciare certificati linguistici già nel 1987: da allora sono stati circa 100mila gli esami CELI somministrati in tutto il mondo.
Giacalone: A chi sono rivolti gli esami Celi?
Rocca: Sono rivolti a candidati non italofoni di età non inferiore ai 16 anni.
Giacalone: In quanti livelli è suddiviso?
Rocca: Attualmente sono previsti 6 esami CELI per l’italiano generale: dal CELI Impatto che certifica il raggiungimento del livello A1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento al CELI 5 che attesta il raggiungimento del livello C2.
A questi esami per l’italiano generale si affiancano quelli per italiano commerciale (CIC); per l’italiano con finalità didattiche (CELI 5 doc), per i giovani (CELI G) e per i cittadini immigrati adulti (CELI I).
Giacalone: Perché è utile prendere la certificazione CELI?
Rocca: La spendibilità degli esami CELI è connessa all’importanza di conseguire una certificazione linguistica riconosciuta dal Ministero e dal Consiglio d’Europa, spesso indispensabile per l’ingresso nelle università italiane e inoltre strumento per il riconoscimento di crediti formativi per la maturità.
Giacalone: Dove possono andare gli studenti per certificare la loro conoscenza della lingua italiana?
Rocca: In uno qualsiasi degli oltre 200 Centri di esame diffusi in maniera capillare in tutto il mondo.
Giacalone: Ci sono delle date ben precise per sostenere gli esami?
Rocca: Sì, le sessioni di esami CELI per l’italiano generale sono 3 e vengono sempre previste nei mesi di marzo, giugno e novembre di ogni anno. Nel mese di maggio invece sono previste la sessione Giovani e quella Immigrati.
Giacalone: Quanto costa per uno studente sostenere l’esame?
Rocca: La tassa di iscrizione è pari a 90 € ma vi è un’ampia casistica relativa a riduzioni significative della stessa fin oltre il 50%.
Giacalone: E per chi vive all’estero? Come funziona la certificazione?
Rocca: L’esame è unico, in Italia come all’estero. Essendo un test di competenza, deve esser somministrato a prescindere dal dove o dal come si sia preparato il candidato: stessi costi, stessi contenuti. Si mira cioè a misurare abilità indipendentemente dai percorsi di apprendimento.
Giacalone: Cosa significa per una certificazione essere riconosciuta dall’ALTE? E cosa è l’ALTE?
Rocca: L’ALTE è l’Associazione europea dei language testers. Far parte dell’ALTE vuol dire garantire trasparenza e confrontabilità tra diversi sistemi di certificazione: per esempio la struttura e la tipologia dei tasks prevista per il conseguimento del livello B2 sarà la medesima sia per gli esami CELI per la lingua italiana che per gli esami ESOL di Cambridge per la lingua inglese.
Giacalone: Qual è l’indirizzo del sito dove si possono avere ulteriori informazioni
Rocca: Il sito ufficiale della certificazione di Perugia è www.unistrapg.cvcl.it
Giacalone: Per iscriversi all’università italiana è necessaria una certificazione?
Rocca: Sì, il MIUR riconosce il CELI 3 come livello minimo per le Università italiane nell’ambito del contingente assegnato agli iscritti stranieri ed il CELI 4 come livello minimo valido anche al di fuori di tale contingente.
Giacalone: E per lavorare in Italia? O avere la cittadinanza?
Rocca: Molti contratti collettivi di lavoro prevedono la necessità di frequentare corsi di lingua italiana: sotto questo aspetto i certificati CELI esonerano il lavoratore dalle ore di aula in quanto attestano il conseguimento delle competenze linguistico comunicative richieste.
Per quanto riguarda la cittadinanza, attualmente la normativa in essere non prevede alcun requisito linguistico: la I Commissione permanente Affari Costituzionali della Camera ha però già adottato il testo unificato Bressa, riguardante “Modifiche alla legge n.91 del 1992, recante nuove norme sulla cittadinanza”. Il testo – è bene ribadirlo- non è ancora stato convertito in legge. Ma alcune importanti indicazioni tendono ad anticipare le future linee guida, anche in rapporto con quanto già è avvenuto o sta avvenendo in molti Paesi europei. In particolare l’art. 5 sottolinea che “l’acquisizione della cittadinanza italiana è sottoposta alla verifica della reale integrazione linguistica e sociale dello straniero nel territorio della Repubblica, riscontrata da una conoscenza della lingua italiana parlata equivalente al livello A2”.
Giacalone: Grazie per la gentilezza e il suo prezioso tempo Professor Rocca
Rocca: Grazie a voi.

L’uso del dizionario


Buon Giorno, eccomi nuovamente su blog. Oggi parlerò del dizionario.
Buona lettura e buon dizionario a tutti!
Prof.
Valerio Giacalone


Il dizionario è fondamentale e utile, sia per chi impara le lingue straniere, sia per chi vuole approfondire la propria. Spesso è un’opera corale, cioè vi sono diversi coautori, collaboratori, redattori, revisori, grafici e illustratori
.

Il dizionario è un grande amico: quando voi avete bisogno, lui è sempre pronto a darvi una mano, senza chiedervi nulla in cambio!
Ogni volta che ho in mano un dizionario, non posso che pensare al sacrificio, al lavoro e alla ricerca dell’autore o dei diversi autori. Ogni volta che sfoglio un vocabolario mi stupisco di quante parole "nuove" ci siano!
Il dizionario dovrebbe essere in ogni casa, in ogni ufficio, persino al bar lo vedrei bene! Vi immaginate un’accesa discussione sull’etimologia o sul significato di una parola dopo un buon cappuccino italiano?

Per poterlo utilizzare correttamente, bisogna conoscere l‘alfabeto della lingua che si sta studiando, poiché le parole all’interno del dizionario, vengono scritte secondo un ordine, appunto, alfabetico.
Poi, bisogna sempre assicurarsi di come è scritta la parola, senza essere approssimativi. Non bisogna tralasciare, per esempio, gli accenti e le doppie, che possono cambiare il significato della parola cercata.
Ricorda che il dizionario bilingue, a differenza del dizionario monolingue, è sempre formato da due parti, per esempio la parte italiano-inglese e la parte inglese-italiano.

Il dizionario rende autonomo l’apprendimento ed è uno dei migliori alleati che puoi avere per lo studio della lingue!
Nello studio della lingua italiana, usa il vocabolario monolingua per la ricerca dei termini che non conosci: così aumenti il tuo sforzo di apprendimento e dunque l‘efficacia del tuo studio.
Ricordati che se devi cercare un verbo dovrai cercare l’infinito del verbo: non troverai “vado”, ma “andare”. Di “andare”, dovrai cercare il significato come verbo e non come sostantivo! Un aggettivo e un sostantivo non dovranno essere cercati come li hai trovati nel testo, ma sempre al singolare maschile. Nel dizionario puoi inoltre trovare l’etimologia, la pronuncia, la fonetica, eventuali significati multipli, esempi pratici e locuzioni diffuse. Il vocabolario è un vero e proprio viaggio nel mondo della parola e del suo utilizzo.

Non aver fretta, la fretta è una cattiva consigliera. Goditi la ricerca, anch’essa fa parte dello studio e aiuta la memorizzazione.
Per un utilizzo corretto del vocabolario, devi imparare le abbreviazioni: se cerchi un verbo troverai subito dopo l’abbreviazione “v.” , mentre se cerchi un sostantivo troverai una “s.
All’inizio o alla fine di ogni vocabolario c’è la lista delle abbreviazioni usate.

Cerchiamo, per esempio la parola, "forte" e troviamo:

- forte
il lemma, cioè il vocabolo

- [lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226]
l’etimologia, cioè l’origine della parola. In questo caso, è una parola di origini indoeuropea arrivata attraverso il latino. L’uso in italiano è attestato da prima del 1226.

- A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza
il significato A di aggettivo con nove accezioni. Per ogni accezione, vengono dati:
. esempi, locuzioni tipiche e citazioni: Vino, liquore forte, molto alcolico
. sinonimi e contrari: SIN. Robusto. CONTR. Debole

-B avv.
1 Con forza, gagliardamente
il significato B di avverbio, anche questo con esempi, sinonimi, contrari, eccetera

- C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec. morale
significato C di nome comune, con esempi, contrari, eccetera

- forte – poderoso – energico
sfumature

forte
[lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226]
A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza: un uomo forte; essere di costituzione sana e forte / Dotato di volontà e di energia morale: animo, spirito, carattere forte; certi bravissimi giovani più volonterosi che forti (CELLINI) / Governo forte, energico e deciso; anche, autoritario / Uomo forte, V. uomo nel sign. II 3 / (spec. scherz.) Sesso forte, maschile / Piatto forte, il migliore di un pranzo; (fig.) l’elemento più interessante di qlco. / Pezzo forte, (fig.) quello in cui un artista riesce meglio / Vino, liquore forte, molto alcolico / Medicamento, farmaco forte, drastico / Punizione, rimprovero forte, molto severo / Essere un forte bevitore, bere molto / Essere un forte mangiatore, mangiare molto / Essere un forte camminatore, capace di lunghe camminate / (colloq.) Molto abile, bravo: è forte, quell’attore! / (fam.) Molto simpatico, estroso: forte quel tuo cugino! / Essere forte in latino, in matematica, nella corsa, nel salto, molto abile / Essere forte a denari, a bastoni, nel gioco, avere molte buone carte di quel colore o seme / Man forte, V. manforte | Farsi forte, farsi coraggio / Farsi forte di un argomento, di una prova e sim., trarne motivo di sicurezza. SIN. Robusto. CONTR. Debole.
2 Robusto, ben piantato, detto del corpo umano o di sue parti: essere forte di petto, di fianchi; ha un seno piuttosto forte / Taglie forti, quelle, in genere superiori alla 48 nel sistema italiano, riservate a persone robuste, spec. donne.
3 Resistente all’usura, ai colpi e sim.: scudo, lama, tessuto, cartone forte | (est.) Saldo, tenace (anche fig.): legame, memoria forte / Colla forte, che attacca molto bene / Terra forte, argillosa, che assorbe molta acqua / Calce forte, che fa presa robusta / Colore forte, che non schiarisce facilmente | Cassa forte, V. cassaforte. SIN. Solido.
4 Grande, notevole: forte spesa, somma, capitale; essere dotati di un forte appetito / (est.) Serio, valido: disporre di argomenti forti / A più forte ragione, tanto più. CONTR. Esiguo.
5 Intenso, veemente, potente (anche fig.): vento, burrasca, terremoto forte; una forte passione / Dato con forza: una forte spinta l’ha fatto cadere / (est.) Grave, insopportabile, doloroso: un forte mal di testa; è stata un’esperienza troppo forte per lui / Parole forti, molto severe, quasi offensive / Maniere forti, decise, brutali.
6 Di ciò che colpisce intensamente i sensi: luce, colore, odore, sapore forte; forti grida provenivano dalla casa / Vino forte, di alta gradazione alcolica; anche, vino che sa di acido, infortito.
7 (
ling.) Detto di consonante che è pronunciata con maggiore tensione articolatoria rispetto alla corrispondente lene (per es. p rispetto a b, b rispetto a v) | (gramm.) Di categoria grammaticale che nella flessione non ricorre all’aggiunta di suffissi.
8 (fig., lett.) Alto, fiero, nobile: azioni, imprese, sentimenti forti.
9 (lett.) Aspro, disagevole (anche fig.) / †Passo forte, arduo / †Nodo forte, difficile da disfare.
// fortemente, avv. Con forza; con tenacia: sostenere fortemente qlco.; con intensità: si mostrò fortemente sorpreso.

B avv.
1 Con forza, gagliardamente: tienti forte; prova a bussare forte | Con violenza: piove forte; il vento soffia forte; forte spingava con ambo le piote (DANTE Inf. XIX, 120). CONTR. Piano.
2 Grandemente, molto, assai: sospetto forte di lui; temo forte che sia così; è uno che mangia, beve e fuma forte / In unione con un agg.: è intelligente forte; questa parola parve forte contraria alla donna (BOCCACCIO) / Giocare, puntare forte, grosse somme di denaro.
3 Ad alta voce: parla più forte; Rinaldo ed Ulivier piangevon forte (PULCI)/ Parlare forte, dire qlco. forte, (fig.) con chiarezza, senza reticenze. CONTR. Piano.
4 Velocemente: Ed ecco due da la sinistra costa, / nudi e graffiati, fuggendo sì forte, / che de la selva rompieno ogni rosta (DANTE Inf. XIII, 115-117) | Andare forte, (fig., colloq.), avere successo. CONTR. Piano.
5 †In modo difficile e oscuro.

C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec. morale: esercitare il diritto del più forte; a egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti (FOSCOLO). CONTR. Debole.
2 (solo sing.) Ciò che costituisce la parte più dura, resistente e sim. di qlco. / Il forte dell’esercito, nerbo.
3 Opera fortificata di limitata estensione, a guardia di un passo o di una località, o costituente elemento di una piazza, di un campo trincerato o di una regione fortificata | Nelle colonie del Nord America, luogo fortificato dove si riunivano i coloni delle zone circostanti per difendersi dagli attacchi delle popolazioni indigene.
4 (solo sing.) Ciò in cui qlcu. è particolarmente abile, preparato e sim.: le matematiche non sono il suo forte; la puntualità non è il suo forte. CONTR. Debole.
5 (solo sing.) Sapore acre di sostanze fermentate: prendere sapore di forte.
6 (mus.) Indicazione dinamica che richiede un’intensità di suono superiore alla media. SIMB. f.

Sfumature
forte – poderoso – energico
Forte è chi è dotato di vigore e resistenza, tanto in senso fisico quanto morale; in riferimento al corpo umano indica floridezza o robustezza. Poderoso è, in senso concreto, ciò che alla forza unisce una struttura possente, massiccia; figuratamente descrive qualcosa di vigoroso, intenso, potente. Energico non ha correlazione con la prestanza o la forza fisica, e si riferisce invece a una qualità del carattere, alla risolutezza nel decidere e nell’agire.


Esercizio:

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

  • 1. Lemma significa parola, vocabolo?

    • v

    • f
  • 2. Il contrario di forte è duro?

    • v

    • f
  • 3. Forte è anche un verbo?

    • v

    • f
  • 4. M. è l’abbreviazione di maschile?

    • v

    • f
  • 5. Mus. significa musica?

    • v

    • f
  • 6. Contr. è l’abbreviazione di contorcere?

    • v

    • f
  • 7. La f. indica un sostantivo femminile?

    • v

    • f
  • 8. Ling. è l’abbreviazione di lingua?

    • v

    • f
  • 9. Il dizionario monolingua e bilingua sono identici?

    • v

    • f
  • 10. Nel dizionario trovi anche l’etimologia della parola?

    • v

    • f

Test d’entrata


Care colleghe e cari colleghi, oggi parlerò dell’entry test, il test di entrata. Esso è di fondamentale importanza per individuare il livello della classe. Il test di entrata o di livello potrà essere, inoltre, utile per scoprire eventuali lacune degli studenti.
Propongo una scelta di domande a risposta multipla, dove l’alunno si troverà errori comuni (distrattori), con livello a A1 a B1.
Ricordo che oltre lo scritto, anche altri elementi dovrebbero essere presi in considerazione per comprendere appieno la competenza linguistica del gruppo classe: la comprensione e la produzione orale. Queste due competenze possono essere tranquillamente testate in un secondo momento. Ecco una lista di 30 domande, delle quali diamo la chiave di lettura a fine esercizio. Il tempo per lo svolgimento non dovrebbero essere superiore ai 30/40 minuti. Ho aggiunto anche una domanda di composizione libera (100 parole), in modo tale da avere un ulteriore elemento di valutazione!

Buon lavoro
Prof. Valerio Giacalone


TEST DI ENTRATA DI LINGUA ITALIANA

    • Eros Ramazzotti è ________ cantante italiano famoso nel mondo.
      • a) una
      • b) un
      • c) uno
    • ________ penne sono sul banco.
      • a) Le
      • b) La
      • c) I’
    • Maria è un ragazza ________ .
      • a) studiosi
      • b) studiosa
      • c) studioso
    • _______ insegnanti sono simpatici.
      • a) Questi
      • b) Questa
      • c) Questo
    • Anche se ha poco tempo libero, Marta ______ a trovarci tutti i giorni
      • a) è venuta
      • b) viene
      • c) ha venuta
    • La mia maglietta è ______ sua.
      • a) più bianca di
      • b) più bianca della
      • c) più bianca che la
    • Ogni mattina compro un cornetto e _______ .
      • a) lo mangio
      • b) gli mangio
      • c) le mangio
    • Il giornale è ______ sedia.
      • a) nella
      • b) per la
      • c) sulla
    • ______ un computer in questo ufficio?
      • a) Ci sono
      • b) Sono
      • c) C’è
    • ______ la musica classica, Signora Rossi?
      • a) La piace
      • b) Gli piace
      • c) Le piace
    • Andrò _______ Pisa per le vacanze di Pasqua.
      • a) su
      • b) a
      • c) in
    • Mentre _______ i piatti, _______ la musica.
      • a) lavavo/ascoltavo
      • b) ho lavato/ascoltavo
      • c) lavavo/ho ascoltato
    • Il quaderno rosso è ______.
      • a) tua
      • b) tue
      • c) tuo
    • Dove (tu) ______ sabato prossimo?
      • a) andi
      • b) vai
      • c) andrete
    • Simona _______ bene la lingua italiana!
      • a) studi
      • b) studia
      • c) studiai
    • La mia casa si trova _______ banca.
      • a) accanto della
      • b) accanto alla
      • c) accanto con la
    • Puoi comprare un quaderno per Giorgio? Sì, ______ compro.
      • a) gliela
      • b) glielo
      • c) le lo
    • Quanti esami universitari hai già dato? _______ ho dato nove.
      • a) Gli
      • b) Le
      • c) Ne
    • Quanto tempo ________ per andare a Verona in auto?
      • a) ne vuole
      • b) ci vuole
      • c) ti vuole
    • Sono sicuro che domani ______.
      • a) pioverebbe
      • b) pioveva
      • c) pioverà
    • Oggi, non _______ bene.
      • a) sono
      • b) sento
      • c) sto
    • Penso che Mary _____ inglese.
      • a) sarebbe
      • b) abbia
      • c) sia
    • Non _______ così tanto! Ti ubriachi!
      • a) bevevi
      • b) bere
      • c) berrai
    • Se Antonio mi ______ a ballare, io ci _______.sicuramente
      • a) inviterebbe/andrei
      • b) invitava/andavo
      • c) invitasse/andrei
    • Sabato Massimo ha provato _____ cucinare per noi una torta.
      • a) a
      • b) di
      • c) per
    • La zia ______ cui ho regalato dei gioielli è la sorella di mio padre.
      • a) per
      • b) di
      • c) a
    • Avrei voluto che Giuseppe e Giovanna _____ in discoteca venerdì scorso.
      • a) erano venuti
      • b) fossero venuti
      • c) venivano
    • _____ un appuntamento con la parrucchiera per domani.
      • a) Ho dato
      • b) Ho fatto
      • c) Ho preso
    • Non _____ di questa confusione! Torniamo a casa!
      • a) ne ho più
      • b) ce ne posso
      • c) ne posso più
    • Vuoi i CD nuovi di mio fratello ora? Se ______ avessi ______ presterei.
      • a) ce li/ti
      • b) ci/ti
      • c) ce li/te li

Ecco le risposte corrette:
1b, 2a, 3b, 4a, 5b, 6b, 7a, 8c, 9c, 10c, 11b, 12a, 13c, 14b, 15b, 16b, 17b, 18c, 19b, 20c, 21c, 22c, 23b, 24c, 25a, 26c, 27b, 28c, 29c, 30c,

Srivi una tua presentazione con più di 100 parole

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Il lavoro


Cari lettori e care lettrici di blog, oggi esploreremo insieme il mondo del lavoro mettendo in evidenza i cambiamenti che sono avvenuti in questi ultimi anni e analizzando la terminologia relativa al lavoro e agli aspetti ad esso correlati.

Buona lettura e buon lavoro!

Prof. Anna

Credo sia importante riportare quello che la Costituzione italiana dice riguardo al lavoro:

Articolo 1: L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro.

Articolo 4: La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.

Il lavoro è quindi un dovere perchè è necessario per lo sviluppo della società, ma è anche un diritto in quanto fonte di sostentamento e realizzazione per le persone.

I CONTRATTI DI LAVORO

Negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato profondamente, le aziende sempre di più richiedono personale “flessibile”, adattabile cioè alle esigenze produttive e per questo motivo sono nati diversi tipi di contratti di lavoro, ognuno con le proprie caratteristiche, vediamoli insieme:

- contratto a tempo indeterminato: il contratto non ha scadenza e l’assunzione è regolare;

- contratto a tempo determinato: la persona viene assunta, ma il suo contratto ha una scadenza, che viene fissata fin dall’inizio dal datore di lavoro;

- contratto part-time: stipula un rapporto di lavoro a tempo ridotto, ovvero un numero di ore inferiore a quanto previsto per il tempo pieno;

- il contratto a progetto: secondo questo contratto, la persona lavora per un determinato periodo o stagione fino a quando è terminato il progetto di cui si occupa;

- il lavoro occasionale: si ha questo tipo di contratto se la persona lavora per meno di un mese l’anno e non supera il compenso di cinquemila euro percepiti dallo stesso datore di lavoro. Formula utilizzata soprattutto nelle attività di assistenza come quella delle badanti per anziani;

- l’apprendistato: serve a conseguire una qualifica professionale, questo tipo di contratto prevede che il giovane svolga delle ore di lavoro affiancato da lavoratori esperti e che, eventualmente, partecipi a corsi di formazione;

- il lavoro da free lance o libero professionista: si lavora indipendentemente a casa o in un altro luogo;

- il lavoro autonomo: si avvia da solo o con più soci un’attività in proprio.

CERCARE LAVORO

Il primo passo per cercare lavoro è scrivere un curriculum vitae (abbreviato CV), che significa "percorso di vita". Nel CV vengono riassunti momenti importanti della vita scolastica, formativa e professionale e permette alle aziende di conoscere meglio l’aspirante lavoratore. La commissione Europea ha approvato nel 2002 un modello europeo di curriculum vitae che vale per tutti i Paesi dell’Unione:

http://europass.cedefop.europa.eu/europass/home/vernav/Europass+Documents/Europass+CV.csp?loc=it_IT

Spesso il curriculum vitae è accompagnato da una lettera di presentazione che serve a fornire elementi aggiuntivi e cercare di stimolare l’interesse dell’azienda nei confronti del candidato, si devono in particolare chiarire le motivazioni che ci spingono a cercare una specifica posizione di lavoro, i nostri stimoli e perchè abbiamo scelto quell’azienda piuttosto che un’altra; dovrà comunque essere breve e concisa per fare in modo che venga presa in considerazione. Su Internet si possono trovare consigli su come scrivere questa lettera.

Cercare un lavoro è a sua volta un lavoro! Una volta che abbiamo scelto in quale settore ci piacerebbe lavorare, dobbiamo dedicare molto tempo a consultare le offerte e gli annunci sui siti specializzati su Internet o sui principali quotidiani nazionali.

Ci si può rivolgere:

- ai centri per l’impiego:

un centro per l’impiego è una struttura pubblica di gestione dei candidati e delle imprese, rivolta a coloro che sono alla ricerca di lavoro e alle imprese che necessitano di personale qualificato ed offrono assistenza e supporto per l’espletamento delle pratiche burocratiche ed amministrative;

- alle agenzie interinali:

per lavoro interinale si intende un rapporto lavorativo di natura temporanea che prevede la presenza di tre soggetti: il lavoratore, l’agenzia per il lavoro e l’azienda che necessita di personale.
La durata del contratto è definita dall’azienda utilizzatrice ed è prorogabile, ma non può comunque superare i 24 mesi;

- agli Informagiovani: è un servizio gratuito di accoglienza e informazione sulle tematiche di interesse giovanile;

- ai sindacati e alle associazioni di categoria.

UN PO’ DI LESSICO LEGATO AL MONDO DEL LAVORO

- stipendio: retribuzione versata in cambio del lavoro;

- busta paga: documento dettagliato che accompagna lo stipendio;

- essere assunto: avere un’occupazione fissa;

- essere licenziato: essere allontanato dal lavoro;

- andare in pensione: finire di lavorare per anzianità;

- essere in regola: avere i contributi previdenziali e l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie;

- ferie: vacanze pagate;

- fare gli straordinari: lavorare oltre l’orario stabilito;

- lavoro nero: quando la persona lavora senza un regolare contratto.

mercoledì, settembre 21, 2011

La pizza


L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cucina, per il suo mangiare. Puoi trovare ristoranti italiani in ogni parte del pianeta.

Oggi ti parlerò della pizza. Un piatto diventato famoso in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati uniti d’America. Sì, ma quale pizza dirai tu? Ci sono tanti tipi di pizza, ma la "mamma di tutte le pizze" è la famosa pizza margherita. Ora conoscerai qualche curiosità su questo piatto cosi famoso e gustoso.

La pizza è simile al pane e alla focaccia, che sono cibi consumati dall’uomo fin dall’antichità. Il termine pizza ha un’origine incerta. Secondo alcuni, deriva da "pinsa", participio passato del verbo latino "pinsere", che significa pestare, schiacciare, macinare. Molte civiltà antiche che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, come Egiziani, Greci e Romani, mangiavano delle focacce schiacciate fatte con chicchi di orzo pestati, acqua e condimenti vari. Possiamo considerare queste focacce gli antenati della nostra pizza.
Numerose sono le testimonianze di scrittori greci riguardanti una focaccia, da loro chiamata "maza". Nella Roma antica, invece si mangiavano la "placenta" e l’"offa" , preparata con acqua e orzo.
Nel Medioevo, in Italia erano mangiate focacce simili a quelle antiche, che avevano diverse varianti locali e diversi nomi. Queste focacce erano molte apprezzate sia dagli aristocratici che dal popolo.

Gli ingredienti fondamentali della pizza sono il pomodoro e la mozzarella, il tipico formaggio fresco. Questi ingredienti sono stati prodotti in Italia solo dopo due fasi storiche. I bufali sono stati reintrodotti nell’Italia del sud dai Longobardi, una popolazione germanica che ha governato l’Italia per due secoli dopo la caduta dell’Impero romano. Questi animali si sono diffusi in Lazio e in Campania e dalle bufale si ricava il latte per la produzione di mozzarella, detta proprio "di bufala".
Dopo la scoperta dell’America, sono state da lì importate nuove piante, tra cui i pomodori, già apprezzati dagli Atzechi. I pomodori si sono ambientati benissimo nel clima mite dell’Italia meridionale, dove hanno acquistato il colore rosso vivo: prima in America erano gialli.
Così, alla fine del 1500, a Napoli sono disponibili i due ingredienti per condire la focaccia e creare la pizza. Nel 1700, la pizza viene preparata in forni a legna per essere quindi venduta per le strade e per i vicoli della città. Si afferma l’abitudine di mangiare la pizza non solo a casa o per le strade, ma anche presso i forni: nasce così la pizzeria, cioè il ristorante dove si mangia la pizza. La pizzeria tipica ha il forno a legna, il bancone di marmo dove viene confezionata la pizza, lo scaffale dove sono mostrati gli ingredienti, i tavoli dove i clienti la possono consumare.

In quel periodo, diventano famose le grandi famiglie di pizzaioli napoletani. Nel 1780, viene fondata da Pietro Colicchio la pizzeria "Pietro… e basta così", la cui tradizione è continuata oggi dall’"Antica Pizzeria Brandi”. Nel 1889, il miglior pizzaiolo di quell’epoca, Raffaele Esposito, marito della figlia di Enrico Brandi, ha fatto assaggiare la pizza al re d’Italia Umberto I e sua moglie Margherita. Raffaele Esposito realizzò per loro tre pizze: la pizza alla "mastunicola" (strutto, formaggio, basilico), la pizza alla marinara (pomodoro, aglio, olio, origano) e la pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, mozzarella, olio, basilico). L’ultima era stata realizzata proprio in onore della regina: i colori verde, bianco e rosso richiamavano intenzionalmente il tricolore italiano. La sovrana apprezzò così tanto la pizza che volle elogiare l’autore di queste bontà per iscritto. Ancora oggi la lettera di ringraziamento della regina è visibile nell’“Antica Pizzeria Brandi” a Napoli.
Per questo, il pizzaiolo decise di dare il nome della regina alla sua nuova pizza. Da allora, la pizza con pomodoro, mozzarella e basilico, si chiama “pizza margherita”.

Una mail a un amico


Sempre di più il computer fa parte della nostra vita. Ha cambiato il nostro modo di comunicare. Si scrivono sempre meno lettere e sempre più e-mail, cioè messaggi di posta elettronica. Più veloce e soprattutto a costo zero, la posta elettronica rappresenta uno dei principali modi di comunicare del nuovo millennio. Leggi ora il messaggio e- mail e rispondi poi alle domande
Buona lettura

Prof. Giacalone

Ciao Muharad, come stai?
Ti scrivo per raccontarti il mio viaggio in Italia e la mia nuova esperienza in questo bellissimo paese.
Sono qui a Siena da due mesi, il lavoro è molto interessante ma stancante. Oltre a lavorare frequento un corso di lingua italiana. Il corso è molto bello e utile. La nostra insegnante è molto brava, riesce sempre a farci sorridere e rende così le lezioni piacevoli oltre che utili. Il mio italiano migliora ogni giorno. Ho capito che devo studiare anche a casa e che devo essere costante. Studiare una lingua è un po’ come praticare uno sport: non puoi migliorare se non ti alleni!
Abito con 2 ragazzi, uno senegalese e l’altro siciliano. Sono molto simpatici ma non ci vediamo quasi mai perché abbiamo turni di lavoro diversi. Ma quando siamo assieme è una festa! Antonio, il ragazzo siciliano, ci corregge e ci insegna un po’ di italiano. A volte anche qualche parola del dialetto siciliano.
Una settimana fa ho conosciuto una ragazza italiana, Caterina, è molto simpatica e sorridente.
Credo di essere innamorato: non ci ho messo molto tempo. Ma ho paura perché non la conosco cosi bene, eppure quando sono con lei sono felice! Sarà che mi sento un po’ solo e ho bisogno di sognare?
Sai, lei non è solo molto bella ma anche tanto simpatica e gentile. È sempre disponibile e pronta a darti una mano. Mi ha fatto conoscere la sua famiglia e mi invita spesso ad uscire con lei e i suoi amici. Per me è un’ottima occasione per conoscere meglio gli italiani! Sai, qui ogni tanto ci sono dei fenomeni di razzismo. Ma forse sarebbe meglio chiamarlo paura del diverso, dello straniero. In italiano, la parola xenofobia indica questo atteggiamento. In questo periodo di grande crisi, si ha paura che noi stranieri rubiamo il lavoro e le case agli italiani.
Ma non è così, perché noi facciamo lavori che molti non vogliono fare. La povertà fa guardare gli altri con diffidenza, con paura. Se poi, caro Muharad, aggiungi un pizzico di ignoranza, ecco che nasce il razzismo. Ma non è solo un problema italiano, ma di tutta l’Europa, anzi direi di tutto il mondo. Scusa se ti ho annoiato ma avevo voglia d parlare e scrivere in lingua italiana … e gli amici servono anche a questo! Mi raccomando non usare il vocabolario se non capisci ma vai a intuizione o chiedi a qualche italiano in Germania!

Ora ti devo lasciare, raccontami di te e della tua famiglia e della tua esperienza in Germania, come ti trovi?
Un caro saluto e a presto

Said … innamorato


Esercizio di verifica della comprensione

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
  • 1. Said scrive una e-mail alla madre

    • v

    • f
  • 2. Said abita a Siena

    • v

    • f
  • 3. Il ragazzo siciliano si chiama Marcello

    • v

    • f
  • 4. Caterina è molto gentile con Said

    • v

    • f
  • 5. Said sa che bisogna essere costanti con lo studio delle lingue

    • v

    • f
  • 6. L’insegnante di lingua italiana è molto noiosa

    • v

    • f
  • 7. Il razzismo per Said non è un problema solo italiano

    • v

    • f
  • 8. Antonio insegna un po’ di dialetto toscano

    • v

    • f
  • 9. Said vive con 2 ragazzi senegalesi e un italiano

    • v

    • f
  • 10. Muharad si trova in Germania

    • v

    • f

Le festività


Si sono da poco concluse le festività: Natale, Santo Stefano, Capodanno e infine l’Epifania. Per chi ha festeggiato e per chi non ha festeggiato, spieghiamo su Intercultura blog, qualche curiosità riguardante le festività appena trascorse, così popolari in Italia e in tante parti del mondo.

Per l’ultimo giorno dell’anno, il 31 di gennaio, c’è in Italia l’usanza di buttare dalla finestra vecchi oggetti che non servono più e di dare il benvenuto al nuovo anno con botti a volte molto pericolosi. Inoltre c’è l’usanza di mangiare un piatto di lenticchie come auspicio di buona fortuna e ricchezza.

Il 25 di dicembre è Natale! Si è tutti più buoni. Le città sono addobbate e illuminate. Se sorridi a qualcuno, il tuo sorriso è contraccambiato. Se ti tagliano la strada in auto, non puoi inveire o essere aggressivo: è Natale!
Anche se siamo in periodo di recessione, cioè di crisi economica, il Natale pretende sempre la giusta dose di consumo. È la festività che ha il potere di riunire famiglie che durante tutto l’anno, magari, si salutano appena. A Natale, anche i poveri e gli emarginati ricevono la loro fetta di solidarietà e di amore.
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. La data reale della nascita di Gesù rimane incerta. Si celebra il 25 dicembre perché, nello stesso periodo nell’antica Roma, si festeggiavano i saturnali in onore di Saturno, dio dell’agricoltura. Durante i saturnali, gli antichi romani si scambiavano regali e consumavano ricchi pasti. Ecco perché oggi vi è l’usanza di scambiarsi doni durante la notte di Natale. Inoltre, per i più religiosi e devoti, vi è la tradizione di seguire a mezzanotte la messa direttamente in chiesa. Molti credenti dedicano parte della festività al volontariato, per sottolineare l’amore e l’altruismo che caratterizza questo periodo.

Per Natale c’è l’usanza di consumare ricchi pasti. Lo zampone e i tipici dolci natalizi, come il panettone e il pandoro, sono presenti in ogni casa e a seconda delle regioni dove vai, puoi trovare delle specialità culinarie tipiche.
Il termine italiano Natale deriva dal latino “natalis”, che significa "relativo alla nascita". In antichità, il termine “natalis” veniva utilizzato anche per altre festività, come la fondazione di Roma il 21 aprile e la nascita del Sole il 25 dicembre. Sant’Agostino chiese ai cristiani di celebrare in quel giorno non il Sole, come facevano i pagani, bensì colui che lo aveva creato.

Il Natale moderno è caratterizzato da Babbo Natale, il simpatico e generoso vecchietto con la barba bianca e il vestito rosso. Babbo Natale forse discende da una figura storica, San Nicola, vescovo nel IV secolo e patrono della città di Bari. Dopo la morte di Nicola si diffusero numerosissime leggende, che lo vedevano protagonista di atti di generosità e di bontà. Si racconta che regalava cibo alle famiglie povere portandolo, in maniera anonima, attraverso i camini o le loro finestre. Nella fantasia popolare, San Nicola divenne "portatore di doni", compito eseguito con un asinello nella notte del 6 dicembre o nella notte di Natale. Il nome olandese del santo “Sinter Klass”, si è poi diffuso nei paesi anglofoni come “Santa Claus”.

Durante il periodo natalizio c’è inoltre l’usanza di fare il presepe. Esso ha origine nel 1223 quando San Francesco d’Assisi, uno tra i santi più amati del cristianesimo, fece rappresentare la nascita di Gesù da personaggi viventi. Da qui la tradizione, tuttora vigente, di rappresentare la nascita con delle statuette . Troviamo San Giuseppe, Maria, i pastori, la stalla e ogni piccolo dettaglio che possa rappresentare con amore e a volte con originalità la nascita del Bambino Gesù.

Un altro simbolo del Natale è l’albero. Esso è un tema tradizionalmente pagano. La città di Riga si proclama sede del primo albero di Natale della storia. Qui si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510. Ma la data e il luogo della nascita dell’albero di Natale rimangono comunque incerte. Vi possono essere solo delle supposizioni. Nel medioevo, in Germania, per esempio, durante il Natale vi era un gioco (Il gioco di Adamo ed Eva): si cercava di creare il paradiso con alberi da frutta. Gli alberi da frutta vennero sostituiti poi dai sempreverdi abeti
Qualunque sia la vera origine dell’albero di Natale, ricorda di dargli la giusta luce e acqua. Dopo il Natale cerca di creare le naturali condizione per la sua sopravivenza. Abbiamo bisogno di loro. Non sappiamo molto del suo passato come albero di Natale, diamogli almeno un futuro sicuro!

Subito dopo Natale vi è, il 26 di Dicembre, la festività di Santo Stefano. Il primo dei discepoli di Gesù a morire martire, ucciso. Per questo motivo è una festività così prossima al nascita Di Gesù.
Il Natale, anche se non è la festività più importante del cristianesimo, è certamente la più popolare e la più sentita, poiché è la festa dove la famiglia si riunisce e vengono scambiati i regali. La principale festa cristiana è invece la Pasqua.
Il Natale ha dato origine a centinaia di poesie, racconti, canti popolari, filastrocche, ninne nanne, film.
Per i suoi discepoli e per tutti i cristiani, Gesù sarebbe nato per redimere, cioè salvare il mondo dal peccato.

Per ultima, abbiamo l’Epifania, che chiude le festività natalizie con il modo di dire: “l’Epifania, tutte le feste porta via”. La parola “Epifania” di origine greca significa “manifestazione”, e rappresenta la prima comparsa di Gesù di fronte ai Re magi. La figura che caratterizza l’Epifania è la Befana. Essa è rappresentata da una vecchietta di brutto aspetto, vestita di stracci che porta doni volando su una scopa la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine è rurale e si perde nella notte dei tempi.

Ovunque tu sia, ovunque tu viva, in qualunque cosa tu possa credere, viva le festività. Qualunque esse siano, perché sono o sembrano giorni pieni di serenità, pace e amore. Speriamo, che questo periodo sia un periodo che possa contagiare gli altri giorni dell’anno … non sarebbe male, vero?

Un abbraccio interculturale
Prof. Valerio Giacalone

Rispondi ora a queste domande:

1) Cosa è per te il Natale?
2) Cosa hai pensato la prima volta che sei stato in un paese dove si celebrava il Natale?
3) Racconta il tuo Natale più bello?
4) Come recita una canzone “O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”: tu cosa ne pensi?
5) Come hai festeggiato l’ultimo dell’anno?
6) Quali alimenti caratterizzano nel tuo paese il Natale e l’ultimo giorno dell’anno?